LIBRI

Quando ci inoltriamo in un’area naturalistica, che si tratti di una foresta tropicale o temperata, di un deserto e persino di un boschetto dietro casa, mostriamo una spontanea cautela verso gli animali: quell’universo in movimento che potrebbe pungerci, morderci e ferirci. Le piante, invece, non ci destano particolari preoccupazioni, la loro immobilità ci rassicura: gli unici sospetti li riserviamo alle possibili intossicazioni per ingestione. Per questo evitiamo di assaggiare una qualche bacca colorata e invitante, se non la conosciamo. Siamo però poco consapevoli che numerose piante sono pericolose al semplice contatto, sono delle vere intoccabili, perché possiedono sistemi di difesa molto complessi per tenere lontane tutte quelle schiere di erbivori che vorrebbero cibarsene. Sostanze allergeniche, peli contenenti cocktail tossici, spine che veicolano batteri, succhi caustici e temibili formiche in combutta con le piante in cambio di un qualche vantaggio sono soltanto alcuni dei mezzi di cui siamo a conoscenza che diverse piante hanno per colpire anche noi uomini, regalandoci delle esperienze sulla pelle di cui faremmo volentieri a meno. Anche a causa del riscaldamento globale in atto ormai da svariati anni, molte di queste piante si stanno espandendo e rappresentano quindi sia una minaccia rilevante per la salute pubblica sia un problema per gli ecosistemi. Questo libro vuole svelare identità e segreti di alcune di queste temibili piante, offrendo a naturalisti, fotografi e viaggiatori pronti alla prossima partenza una nuova prospettiva di osservazione sul mondo vegetale, spesso erroneamente inteso come inerte e innocuo. A FEBBRAIO 2023.

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Nel cuore dell’arcipelago indo-malese, a cavallo tra Asia e Australia, un’isola chiamata Halmahera emerge dagli abissi del Pacifico. Ricca di impenetrabili foreste abbarbicate su montagne impervie e franose, di corsi d’acqua limpida e di inquieti vulcani, nel suo remoto entroterra ospita una comunità di nomadi e seminomadi cacciatori-raccoglitori, i Togutil. Pur essendoci sconosciuti, probabilmente sono nostri parenti: l’ipotesi più accreditata è che siano i discendenti di gruppi di colonizzatori portoghesi che dal 1500 hanno perso ogni contatto con la madrepatria. L’isolamento geografico nei secoli ha forzato i Togutil a sviluppare una cultura capace di entrare in perfetta sinergia con la Natura, e a rendere reale un modello di sviluppo autenticamente sostenibile: una delle chimere che il mondo ricco va cercando da tempo. Dal cibo, al vestiario, alle medicine, i Togutil ottengono quanto a loro serve dalla foresta con cui rispettosamente convivono. Avvicinarsi alla loro cultura richiede di inquadrare la collocazione geografica, la storia delle lotte per il monopolio delle spezie, le fantastiche risorse naturali botaniche e zoologiche su cui i Togutil basano il loro stile di vita. Tutti argomenti trattati in questo volume, con taglio divulgativo, ma con l’occhio e la sapienza del naturalista esperto: la documentazione qui contenuta è infatti completamente originale, frutto di tre anni di spedizioni ad Halmahera condotte personalmente dall’Autore. L’incontro coi Togutil svelerà al lettore l’intrinseca fragilità delle società considerate “progredite”, che sono pochissimo reattive a grandi sfide socio-ambientali, come hanno tragicamente messo in luce le recenti epidemie. I Togutil rappresentano, quindi, allo stesso tempo, un monito per quello che potrebbe succederci se la nostra civiltà collassasse, e l’ultimo maestro in grado di insegnarci come rimettere su binari corretti il rapporto tra uomo e ambiente. Due ottimi motivi per imparare a conoscerli.

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Dicono del libro/Opinioni

  • “Sono di parte, lo ammetto, sia perchè Nicola è persona a me cara, sia perchè ha dedicato questo libro a mio figlio Lorenzo.Al netto di questo, ho iniziato la lettura di “Halmahera – Nella terra dei Togutil”, e sono stato rapito, come non mi succedeva dai tempi delle Tigri di Mompracem di Salgari, ed il “conflitto di interessi” è caduto. Il libro è bello di per sè.Nicola è naturalista, un botanico, ma è soprattutto un divulgatore oltre che un esploratore vero e proprio. La prima caratteristica fa sì che scriva cose scientificamente documentate, la seconda che lo faccia in maniera piacevole e attraente anche per i non addetti ai lavori, la terza che risvegli in noi il gusto della scoperta, sopito da migliaia di anni di civilizzazione stanziale.Veramente un lavoro ben fatto, una lettura che provoca avidità di sapere e di immergersi in un mondo così diverso dal nostro.Per chi volesse regalarsi questo piacere della mente, metto il link presso il quale ordinarlo; come si evince, non è editoria “mainstream”, è roba fatta di fatica e studio, senza denaro e sponsor.Peccato che per adesso, a quanto ne sappia, sia solo in italiano”.

by Gianluca Borella (Firenze)

 
  • “Caro Dottore, ho letto il suo interessantissimo, documentatissimo e avvincente volume, che tocca la mia sensibilità di naturalista più di tante opere simili di cui ho conoscenza. Il concetto di devoluzione, che mi è nuovo, rende molto bene quale sarà il destino non solo delle popolazioni residuali di “selvaggi” (epiteto che lei giustifica e approva) come i Togutil di Halmahera, ma di tutta l’umanità, orientata verso un baratro culturale, sociale ed etico che solo pochi percepiscono compiutamente. Ai danni provocati in passato dai ministri dei vari culti, non inferiori a quelli devastanti delle guerre per il predominio commerciale, si sommano quelli elencati a pag. 73 del libro, tra i quali le pandemie come quella in atto. Grazie per aver scritto quest’opera, che mi auguro abbia il successo editoriale che merita”.
 
by Fabio Garbari (già Ordinario di Botanica, Università di Pisa)
 
 
  • “In questi giorni sto leggendo questo libro… etnologia, incontri, botanica, tradizioni, storia, tanta altra roba… e una profonda analisi sulle dinamiche della civiltà. Grande Nicola, grazie per questo testo e per le immagini dei tuoi viaggi!!” 
 
by Gregoire Meier (Medeglia-Svizzera)
 
 
 
  • Ci sono poche cose che in quest’anno mi hanno dato possibilità di star bene…l’uscita di questo libro è una di queste!
    Nicola Messina lo sai ti seguo ormai da anni, e ogni tua avventura che hai voluto condividere con noi è come se l’avessimo fatta assieme. Leggendoti ho vissuto le più fantastiche avventure nei boschi del Borneo…ho conosciuto foreste, templi, animali, piante..mi sono entusiasmata, spaventata , sorpresa e di nuovo immersa nel tuo mondo. Grazie di cuore per questo libro, grazie di condividere con noi la tua passione e il tuo impegno. Spero davvero di poterti incontrare di persona e di farti conoscere la mia bellissima Terra, la Sardegna”  
 
 
By Silvia Sau (naturalista, Sestu-Cagliari)
 
 
 
 
  • “Lo sto leggendo. Davvero un libro molto interessante, documentatissimo, che trasmette una visione approfondita dell’isola, della sua flora e delle sue popolazioni, un mix molto riuscito. Non solo un libro di viaggio ma una disamina molto attenta, con riferimenti storici e attuali multidisciplinari”

By Massimo Meregalli (ricercatore, Università di Torino)

 
 
  • “Il libro mi è piaciuto molto. È ricco di puntuali informazioni, tante curiosità, materiale fotografico, spunto per riflessioni, ben scritto. Davvero una lettura interessante e piacevole. Bravo Nicola, grazie per aver condiviso le tue esperienze e conoscenze”

By Barbara Castellucci (Forlì)

 
  • “Per questo periodo di festività mi è appena arrivato questo bel libro dell’amico Nicola Messina,Vi consiglio questo testo. “Nel cuore dell’arcipelago indo-malese, a cavallo tra Asia e Australia, un’isola chiamata Halmahera emerge dagli abissi del Pacifico”. Frutto di una vera esperienza di Nicola come grande esploratore di queste terre lontane, io sto già pregustando la lettura e sognando nell’insieme questi bellissimi luoghi dove è presente una natura meravigliosa e ancora incontaminata, buona lettura”

By Marco Salemi (naturalista, Vittuone, Milano)

  • “Il libro è bellissimo, ha superato le aspettative già molto alte che avevo, perchè oltre a spaziare tra discipline che mi hanno sempre affascinato tantissimo, dalla botanica alla geologia passando per l’etnobotanica, la zoologia, l’antropologia, la sociologia, è un libro che non risulta mai solo nozionistico, come accade a molti libri di genere affine, magari interessantissimi ma che rimangono “asetticamente” scientifici. Questo è un racconto scientifico ma anche umano perchè gli spunti di riflessione personale sul passato, presente e futuro (non solo dei Togutil ma di tutti i popoli) non procedono mai “in parallelo” alle descrizioni minuziose e dettagliate del naturalista, piuttosto le integrano e completano costantemente, rendendole ancora più preziose e interessanti. Per me è stato così e non smettevo di leggere, un piacere che non trovavo dalle cronache del viaggio del Beagle letto da ragazzo. Hai fatto un gran ben lavoro e spero di leggerne tanti altri negli anni a venire

By Michele Calatri (ricercatore, Università di Cagliari)

 

  • “Davvero complimenti. Un lavoro minuzioso, fatto con grande cura e amore per quello che fai.
    Dal mio punto di vista, sono pignolo, perfezionista, risulta evidente lo sforzo per renderlo il più completo possibile.
    L’importanza della cura dell’ambiente e delle persone che abitano questo angolo di mondo è ciò che mi hai trasmesso.
    Chapeau!

By Maurizio Benedettini (Fotografo e viaggiatore, Granarolo, BO)

 

 

 

5 copie disponibili

 

Il 2011 è stato decretato dall’ ONU anno delle Foreste, proprio per ricordarci che noi tutti abbiamo il sacrosanto dovere, ma anche il privilegio, di proteggere con forza e convinzione un patrimonio di inestimabile valore per la nostra vita sulla Terra. Il 2012 rappresenta l’inizio della mia personale campagna di sensibilizzazione con lo scopo di portare a conoscenza degli italiani la straordinaria biodiversità delle foreste malesi, e di motivarli alla loro tutela. Senza le Foreste la medicina non avrebbe alcun futuro, i mutamenti climatici porterebbero a catastrofiche conseguenze tutte le specie viventi e, non meno importante, l’uomo non potrebbe più godere della bellezza primigenia della Natura. Le foreste malesi sono le più antiche della Terra e pullulano di vita dal sottobosco alla cima degli alberi. Questo volume si rivolge quindi a tutti coloro che desiderano avvicinarsi alle foreste tropicali più antiche della Terra, per ammirarne la grandiosa diversità biologica e assaporarne l’austera e imponente bellezza; a tutti coloro che, durante il proprio trekking, desiderano conoscere le forme di vita che si parano innanzi al loro cammino durante una semplice escursione; a tutti i giovani che desiderano intraprendere un percorso di studi scientifico naturalistico, spesso erroneamente sconsigliato. Un libro per chi vuole osservare e capire mentre cammina sui propri passi, un libro per i curiosi di natura e della Natura. Un libro, infine, per non far dimenticare che un giorno le Scienze Naturali, oggi spesso relegate nel dimenticatoio per totale ignoranza da parte dei governanti, torneranno forti poiché gli uomini si renderanno conto che la conoscenza delle scienze pure è necessaria per l’interpretazione dei fenomeni globali. Il Borneo rappresenta senza ombra di dubbio uno degli ultimissimi scrigni di biodiversità dell’intero pianeta e a noi spetta il difficile compito di preservarne l’esistenza, per noi stessi e per le generazioni future. Le foreste del Borneo sono gravemente minacciate dall’inarrestabile processo di deforestazione, ma noi possiamo ancora fare qualcosa, o quantomeno abbiamo il dovere di farlo. Le nostre armi sono la conoscenza diretta, internet, articoli di scienziati di tutto il mondo, libri divulgativi come spero possa essere questo volume. Sono molti a non sapere dove si trovi il Borneo e qualcuno ne ha solo una pallida idea: ma la colpa è anche della scuola, la cui opera di divulgazione in materia di educazione ambientale si rivolge quasi sempre allo studio dell’ambiente nazionale, regionale e addirittura a quello locale, con l’effetto di una decontestualizzazione del giovane, che si viene a trovare relegato come in un compartimento stagno, privo di aperture verso il mondo, oltre che della curiosità che dovrebbe esser presente per umana natura. Questo volume vuole cercare di riprendere le fila di ciò che il grande botanico Odoardo Beccari ci aveva tramandato ben oltre centocinquanta anni fa con la sua straordinaria opera Nelle Foreste di Borneo, cercando in chiave moderna, per immagini, di appassionare e stimolare alla conoscenza i ragazzi, affinché si facciano paladini della conservazione dell’immane tesoro che li circonda (LIBRO ESAURITO/SOLD OUT/Fuori catalogo). Ho ancora le ultimissime copie disponibili presso la mia abitazione. In caso di ritiro a mano, il costo del libro è di 20€.

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In vendita su Amazon due piccoli ebook:

La Settima Specie è rappresentata da un giovane, in realtà uno stadio evolutivo a cavallo fra la vita anfibia e quella umana, nelle cui mani é il destino del genere umano e del pianeta Terra, prima della sua fine naturale. Simbolicamente rappresenta la speranza, i giovani sono l’unica forza in grado di fare fronte alla distruzione della vita. La Settima Specie rappresenta il punto di inizio di un nuovo genere umano. Rappresenta uno stadio in trasformazione e il desiderio dell’autore che gli uomini del futuro possano un giorno trovare armonia nel loro vivere comune, seguendo le leggi dell’amore per i propri simili, per tutti gli esseri viventi e per gli ecosistemi che forniscono la vita.Anno 2136. Dopo la caduta sulla Terra dell’asteroide Apophis e l’abbandono del pianeta da parte di politici dittatori e uomini di potere, distruttivi mutamenti portano all’estinzione di tutte le forme di vita fino a quel tempo esistite.Nel corso delle ere successive nuovi assestamenti della crosta terrestre permettono la rinascita degli esseri viventi, uomini inclusi, e la vita risorge sia sulle terre emerse che nelle profondità oceaniche. Ma, col passare del tempo, il bene che il genere umano sembrava inizialmente aver espresso viene soppiantato dal male: Burnus il sanguinario si impossessa del potere e, accecato dalla brama di conquistare tutte le terre rimaste, dà vita ad un’opera di sterminio dell’intero genere umano e di ogni stadio evolutivo vivente. La conquista di tutte le terre emerse ha come scopo quello di riunire sotto l’egida del tiranno territori che anticamente facevano parte di un unico regno e riportare alla luce le antiche Piramidi d’Egitto, da lungo tempo sepolte, affinché esse, allineandosi con i pianeti della costellazione di Orione, permettano la formazione di un canale di trasmigrazione che favorisca il passaggio di nuove specie animali sulla Terra.Ma esiste ancora una speranza per opporsi alla catastrofe: intervenire prima del termine del breve anno settimo. Solo un giovane potrà sfidare il destino: il principe Zarim. Affrontando avventure e peripezie, abbattendo paure e insicurezze, Zarim dovrà lottare contro i morders, le bellicose bestie che formano l’esercito di terra di Burnus e, passando attraverso un percorso che lo porterà a sperimentare il valore dell’amicizia, della lealtà, ma anche ad abbattere le proprie debolezze, giungerà infine a comprendere la propria speciale identità e la bellezza della propria diversità e ad accettare di essere la Settima Specie, cui spetta il compito di separare il Bene (la principessa Ottavia) dal Male (la terribile Bertha, madre di tutte le bestie di cui l’esercito celeste del crudele Burnus è costituito).

 

“Si intraprende un viaggio per le più disparate motivazioni. Si viaggia per comprendere meglio se stessi e il rapporto cogli altri; si viaggia per ritrovare la serenità e la voglia di sentirsi vivi; si viaggia semplicemente per riposarsi e per godere delle bellezze del nostro pianeta; si viaggia perché abbiamo capito che la vita è troppo breve per starsene seduti sul divano di casa e che la morte non è poi così lontana; si viaggia per sfidare la propria mente o la malattia che ci ha colpito; si viaggia per infinite ragioni tutte riconducibili a un unico grande amore: quello per la libertà. Qualsiasi sia la ragione che ci induce a partire, essa produce in noi dei cambiamenti non istantanei, ma profondi e radicali nella nostra esistenza tali da essere compresi realmente solo dopo diverso tempo che abbiamo varcato la soglia di casa. Perché tutto questo? Abbiamo assaporato per un attimo il valore supremo della felicità, della libertà e ricollocato al primo posto i sentimenti, l’amore, le emozioni dettate dalle nostre esperienze sensibili e possiamo riconoscere questa libertà soltanto quando stiamo per perderla un’altra volta di fronte all’inesorabile ritorno alla nostra routine. Ma d’altra parte la felicità può essere apprezzata davvero solo quando viene bevuta a sorsi, quando torna la nostalgia di rientrare a casa per poi ripartire. In questo libro, l’osservazione sulla Natura della Costa Rica, delle sue montagne, i suoi animali schivi abbarbicati agli alberi, il profumo dei campi di caffè nelle vallate e i sorridenti e spesso disperati ticos, si intesse in maniera indissolubile col senso dell’apparente solitudine che pervade un viaggio solitario ma che ci porta a riscoprire qualcosa di nuovo accantonato in qualche angolo del nostro essere, qualcosa che vuole uscire allo scoperto e che ci dice che finalmente siamo liberi. Sensi di un cammino libero tenta di far comprendere che dobbiamo vivere a fondo la nostra esistenza e che i timori per l’ignoto si sgretolano nel momento in cui li abbiamo accolti e resi nostri; un libro che tenta di far capire come l’amore per ogni essere vivente, uomo incluso, sia possibile soltanto se proviamo amore per noi stessi attribuendo valore inestimabile alla “libertà”.

 

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